PARLIAMO DI SHIATSU


C’è una realtà tra le arti della salute che si è ormai ben affermata nel panorama attuale: lo Shiatsu. Il nome è giapponese, composto da due parole: shi=dito e atsu=pressione; il lavoro coi pollici é la parte più caratteristica di questo tipo di intervento, che si effettua quasi sempre anche con il palmo della mano ed in misura molto minore con avambracci e ginocchi. Il termine "Shiatsu" é piuttosto recente, appena centenario, ma le conoscenze comprese in questa tecnica si riallacciano alla antichissima Medicina Tradizionale Cinese.

In Giappone questa disciplina è stata ufficialmente riconosciuta e ne esistono due scuole fondamentali che prendono il nome dai rispettivi fondatori: i maestri Namikoshi e Masunaga. Lo stile Namikoshi si ispira ai riflessi neuromuscolari che si attivano facendo pressione su determinati punti; lo stile di Masunaga si concentra invece sulla circolazione dell'energia vitale del corpo con un lavoro sui dodici principali canali di scorrimento (meridiani).

Chi riceve i trattamenti quasi mai distingue tra le diverse scuole di formazione, ed in fondo è giusto che sia così: la differenza tra un operatore ed un altro si basa sull’efficacia del lavoro! Il cliente viene invece colpito dagli aspetti più formali: ci sono differenze subito evidenti come il fatto di lavorare su un lettino o su un tappeto a terra, sul corpo più o meno vestito, l'uso di musica di sottofondo o di bastoncini di incenso, la profondità delle pressioni che può talvolta essere dolorosa.

 Quanto a me lavoro a terra sul corpo vestito con abiti leggeri ed evito pressioni dolorose perché agisco sui cambiamenti nella situazione energetica, e li riscontro più facilmente su un soggetto rilassato; metto spesso qualche musica di sottofondo,  giusto per attenuare il trambusto di frenetici spostamenti di mobili al piano superiore.

C'é una domanda che mi crea un pò di imbarazzo ed é: "a cosa serve lo Shiatsu?" Una domanda formulata in questi termini indica che ci si aspetta un elenco completo, dettagliato e preciso di patologie che si possono curare, e forse anche un elenco di eventuali controindicazioni, che in realtà non esistono. Personalmente rispondo in termini generici: abbiamo una naturale capacità di autoguarigione, che spesso viene riconosciuta solo agli animali ed ai bambini (si dice che basta lasciarli in pace e si "aggiustano" da soli); lo Shiatsu lavora sul ripristino e sul mantenimento dell'equilibrio energetico del corpo, riportando vigore a questa capacità innata in tutti noi.

Ciò premesso non posso poi fare a meno di fornire anche un mio "elenco": lo Shiatsu interviene favorevolmente nell'alleviare le conseguenze di traumi di varia natura; nelle distonie neurovegetative; nelle sindromi ansioso-depressive; nell'insonnia; nelle situazioni di stress o superlavoro; nelle emicranie e cefalee; in tutte le patologie dell'apparato locomotore: artrosi, lombalgie, sciatalgie, discopatie, periartriti, etc. e comunque in tutti gli stati di squilibrio del nostro essere inteso nella sua unità di corpo-mente-spirito.

Questo modo di esprimermi proviene naturalmente dal tipo di scuola in cui mi sono formato, altri usano termini diversi (anche di molto), tutti degni di rispetto fino a prova contraria. Il linguaggio dei clienti è un altro ancora, chi si rivolge a me lamenta dolori localizzati, descritti spesso sul genere di “ho un po’ di cervicale”!

La domanda che faccio dopo il trattamento é "come ti senti adesso”?; sono soddisfattoquando ottengo una risposta simpatica e naturale: "mi sento meglio". E' una espressione che definisce poco e lascia intuire molto.

C'é un aspetto che mi piace sottolineare: per chiedere un trattamento Shiatsu non é necessario "stare molto male", basta avere voglia di "stare meglio".                  

Roberto Antonangeli, operatore Shiatsu in Roma.